olio \ acrilici \ acquerelli \ disegni
Il Madagascar è tanta roba ma tantissima, forse è troppa tutta insieme!! Il Madagascar è un ricostituente per il cuore e per l’anima, per la mente e per lo spirito.
Il Madagascar attiva la sinestesia! I Malgasci, popolo sorridente, contemporaneamente triste e allegro, vivono con il sole, la luna e le maree, loro ti insegnano a capire che la vita va vissuta dall’alba al tramonto raccogliendo i frutti di una giornata, rispettando e venerando la loro terra, la loro Grande Madre (Madagascar), mi guardano dalle rive della spiaggia Olivia mi saluta e mi chiama con i suoi occhi dal colore dell’ambra e le bambine Mela, Nela, Ariel, Anità continuano a toccarmi i capelli con dolcezza e giocare con la stellina dei miei orecchini rassicurandomi con i loro dolci e contagiosi sorrisi, facendomi commuove ogni volta per la loro rassicurante e serena bellezza...ed è vero “prima o poi” la bellezza salverà il mondo...
Sono stato gatto, sono stato cane, sono stato lemure. Sono gatto, sono mare, sono musica e parole. Le Isole Tremiti sono il mio faro, illuminate da una stella che non mi abbandona mai.
Ascoltami. Io vedo, io so, io sento.
Sono il tuo cuore. Sono la luce dei tuoi occhi.
Il mondo ci mette un attimo a capovolgersi. È freddo, è febbre, è un dubbio, è terrore.
Frida, tu che puoi starmi vicina con le tue fusa, scaldami come fossi una tua figlia tremante.
Non puoi essere entrata per caso nella mia vita.
Luci al neon non illuminano questo buio pesto abitato da dannati. Sento voci ovattate, confuse e frenetiche. Portami una coperta che so non mi potrà comunque riscaldare l’anima. Ho quaranta di febbre e l’anima lacerata. Sono inequivocabilmente SOLA!
Cosa è questo tubo? È troppo stretto! Devo proprio entrarci? Dove mi portate? Dove mi portate? Piango. Non respiro! Non respiro! Non respiro! Ho paura! Dove mi portate? Non respiro! È notte. Ho bisogno di ossigeno. Mascherine celesti e tute bianche mi ronzano intorno come api nervose.
Immobile, paralizzata dalla paura, tento di proteggermi. Vìolo l’immobilità solo per soccorrere donne di cui riconosco il mio stato di qualche giorno fa. Sembra trascorso un secolo.
Intravedo un bagliore che proviene dall’atrio accanto alla mia camera, è Santa Lucia!
Ogni volta che posso mi siedo accanto a Lei, possibilmente al sole, e prego mentre osservo il mondo di fuori, così distante dal mio, dalle larghe finestre. Avverto il Suo aiuto, il Suo supporto, la forza che mi dona con compassionevole Amore. Ora ho nuovi occhi, un nuovo sguardo, il mio piccolo mondo inizia a cambiare e cambia, in meglio, il mio respiro.
Il cuore sacro arde di verità. Tutt’intorno resta la devastazione di una guerra tanto rumorosa tra queste mura quanto silente fuori.
Ti ho sempre sentito dèdito a me, in ogni secondo trascorso in questo inferno. Finalmente riconosco il tuo passo e sento avvicinarsi il tuo respiro. Prendimi la mano e portami via!
Saranno ancora rose rosse, giurami che saranno solo rose rosse!
Lustrini e champagne. Misere maschere in vane perlustrazioni.
Il mondo è solamente mio!
Ritratto di Andreina. Ciò che non riesci a dire lo tramuti in cibo. Nonostante tu sia ben ancorata da tutte queste solide radici dall’alto e dal basso, a volte, ancora tremi. Fortunatamente sbandi! Significa, inequivocabilmente, che le radici son vive, alimentano bene il tuo cuore e la tua mente. Anche se a volte piove e si allenta il terreno e non è facile restare in equilibrio, anche se non piove da mesi ed è come calzare scarpe strette.
L’indispensabile è tutto qui, ora! Stagliato sulla luce che filtra dalle fessure della tapparella. Di tutto il resto potrei farne a meno perchè, tutto il resto, è involontario.
Tento invano di liberarmi o essere liberata.
Il chirurgo dice che non si può, proprio non si può cancellare, che non si può resettare e che queste cicatrici siano un bene. Il chirurgo vive otto ore al giorno nel suo vasetto di acido ialuronico e botulino, circondato dall’altrui tentativo, disperato e caricaturale, di cancellare il passato, chi meglio di lui potrebbe conoscere i segni permanenti del dolore?
Devo ritrovare \ Il mio nome \ Un orologio \ Ed una torcia \ Perché in questo buio \ Silenzioso e amaro \ Avevo cancellato l'Amore.
© Agnese Bruno \ copy Roberto Gammarrota
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